Ipertensione arteriosa

a cura del Dr. Emanuele Giordano.

La pressione arteriosa è il risultato dell’energia totale che muove il sangue.

È un valore determinato da due variabili emodinamiche: la gittata cardiaca e le resistenze periferiche totali, il rapporto tra le quali è solitamente rappresentato dalla legge di Poiseuille sui flussi laminari. È quindi una funzione che esprime le condizioni delle due componenti emodinamiche: la pressione sistolica, che indica la capacità contrattile del muscolo cardiaco (ventricolo sinistro) al momento dell’espulsione della massa sanguigna in esso contenuto; la pressione diastolica, che esprime la resistenza che il letto vascolare periferico oppone al flusso ematico.
Ai fini clinici, risulta importante conoscere il gradiente pressorio, cioè la differenza tra pressione sistolica e diastolica.

La regolazione omeostatica della pressione dipende da una molteplicità di fattori nervosi, umorali, tissutali, biochimici.

C’è un’influenza del Sistema Nervoso Centrale che controlla i recettori del seno carotideo e dell’arco aortico, un ruolo importante delle catecolamine e in particolare dell’adrenalina, infine il sistema renina-angiotesina-aldosterone che influisce sulla volemia, cioè sulla massa in circolo di sangue e influisce anche sulla costrizione delle arteriose periferiche.

L’ipertensione o aumento non fisiologico della pressione arteriosa viene distinta in essenziale (90% dei soggetti colpiti) e secondaria.

Mentre per la seconda dipende da cause ben note sulle quali occorre quindi intervenire andando a monte, l’ipertensione essenziale o primaria fa parte dei sintomi da disfunzione organica e non ne viene riconosciuta chiaramente l’eziologia e generalmente viene trattata sintomaticamente.

Più esattamente viene definita ipertensione essenziale quella diastolica.

Già nel 1973 l’Università di Harvard aveva condotto studi pionieristici sul tema dell’ipertensione, con la collaborazione della comunità macrobiotica di Boston, che dimostrano come potevano essere ottenuti risultati eccezionali attraverso questo tipo di alimentazione.

Un aspetto che va inoltre approfondito a livello diagnostico è quello dell’inquinamento da metalli pesanti attraverso specifici test che misurino lo stato eventuale di intossicazione da piombo, cadmio e lo studio dei rapporti tra calcio/magnesio, sodio/magnesio, sodio/calcio possono indicarci importanti informazioni relative a eventuali integrazioni mirate di minerali riequilibranti.

In presenza di ipertensione sistolica un’accorgimento estremamente utile è quello di consumare solo cibi naturali, evitare il cibo preconfezionato e industriale, notoriamente addizionato con sodio e imparare a consumare giornalmente delle verdure a foglie verdi ed insalate scottate, includendo un piatto preparato con alghe kombu e del daikon secco due, tre volte alla settimana. Ottimo accorgimento è quello di assecondare i cicli di disintossicazione bioritmici che il nostro organismo governa.

La mattina consumare solo succhi di centrifuga.

Indicato soprattutto quello a colazione con carote, sedano e mela.

Un caso particolare è l’ipertensione diastolica di origine renale, determinata da alterazioni a carico dei vasi o dello stesso glomerulo.

In questo caso è utile aggiungere della radice di loto o di tarassaco ad altre verdure nella preparazione.

Utile consumare un cucchiaio di grano saraceno in chicchi, cotto a parte da solo e poi aggiunto al altri cereali o verdure nel corso dei pasti.

In generale la restrizione calorica ha effetti molto positivi sugli ipertesi e in quanto ai supplementi nutrizionali è importante la somministrazione di vitamina E a piccole dosi, nota per i suoi effetti antiaggreganti e per l’azione a livello della muscolatura cardiocircolatoria, l’uso del coenzima Q è fondamentale, e l’uso della vitamina C (evitando l’ascorbato di sodio) per il suo effetto sulla funzione surrenalica e per l’effetto protettivo sui metalli tossici.

In caso di situazioni ben documentate di inquinamento da metalli pesanti, rimane importante l’uso oculato dell’acido lipoico come chelante.

Tra le erbe più efficaci ricordiamo l’uso dell’aglio, del biancospino e del peperoncino per le capacità regolatorie che hanno sulla pressione.

Infine esercizi di respirazione diaframmatica effettuati giornalmente possono modificare sostanzialmente l’ipertono simpatico.

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